Un serbatoio capace di sfornare schermidori di qualità, gente da competizione, lucidi quando i nervi si fanno tesi. In queste Olimpiadi di pronostici sbagliati abbiamo
spesso visto come il copione sia spesso fasullo, riservi inciampi imprevisti si riveli una storiaccia da perdenti. Non ora non qui. Questa è la storia di un podio che si illumina d'azzurro, e mentre fuori la luce del giorno non si è ancora arresa , dentro c'è l'allegro baccano che accompagna ogni nostra impresa. Questa è la storia di Fratelli d'Italia che sconfiggono l'emozione, mettono da parte i dissapori portati per quattro anni avanti, a causa di una squalifica per doping di Baldini, e trasformano quella goccia di veleno in prezioso nettare. Questa è la storia di Sorelle d'Italia che incantano tuttti con la loro energia, voracità , prendendosi quell'oro voluto fin dal primo momento in
cui erano scese in pedana. Ballano e cantano sian pronti alla morte tenendosi per mano, raggianti nel sorriso che sta per scoppiargli sulle labbra. Noi intanto andiamo avanti rispecchiandoci nei sorrisi di questi ragazzi e ragazze che rappresentano la faccia migliore della spedizione azzurra. Rispecchiandoci in quello sport, la scherma, che all'Olimpiade ci ha regalato più soddisfazioni (121 medaglie 46 quelle d'oro). Saremmo tutti più poveri di gloria se non ci fossero i nostri moschettieri e le nostre valchirie con la loro cavalcata fioretto in mano, ogni quattro anni, a risollevare il morale e a dare respiro al nostro sport versione cinque cerchi. Finalmente per una volta o per meglio dire ancora una volta nell' ultimo giorno della scherma quelli che restano sul palco quando cala il sipario siamo noi. Per una volta ci godiamo una generazione di campioni .