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lunedì 21 maggio 2012

Euforia Napoli: arriva la conquista della Coppa Italia


L’ultimo atto della stagione calcistica regala l’ultima emozione, l’ultimo titolo di quelli grossi. La Juventus non realizza il “double”, paga carissimo il primo inciampo di un’annata da standing ovation non realizzando di fatto quel record di imbattibilità che nessuno è stato in grado di realizzare in Italia. Non supera l'ultimo ostacolo,il Napoli, perdendo un trofeo a vantaggio degli azzurri che invece coronano un ciclo straordinario, conquistando il primo grande successo dell'era De Laurentis. Poteva essere una serata speciale per i bianconeri con l'ultima gara, quella dell'addio, giocata in maglia bianconera dal capitano Alex Del Piero, invece ai tifosi bianconeri è rimasto l'amaro in bocca. Una serata speciale lo è stata ma per i partenopei che conqusitano il "trofeo della rinascita" strappandolo proprio ai acerrimi rivali. Un trionfo napoletano su cui hanno messo la firma i tre tenori più uno : Lavezzi, Cavani, Hamsik e Pandev. Uomini simbolo di una rifondazione costruita in otto anni e che consente al Napoli di gioire e a Walter Mazzarri di prendersi la rivincita conquistando quella coppa persa ai rigori contro la Lazio quando era alla guida della Sampdoria. Un successo in coppa che era atteso da 25 anni. L'ultima volta, nel 1987, gli azzurri di Maradona superaromo l'Atalanta 3-0 a Napoli e 1-0 a Bergamo.E' la quarta Coppa Italia per gli azzurri. La Juventus invece deve rimandare l'assalto alla decima. Anni di lavoro in cui dirigenza, allenatore e giocatori hanno lavorato per riportare questa squadra dall'anonimato al paradiso delle grandi. Juve e Napoli si erano incrociate a Torino, in campionato, circa un mese e mazzo fa. Gli azzurri che erano stati travolti dovevano cercare di trovare un equlibrio più solido in mezzo al campo che quella sera era mancato. Detto fatto: il Napoli non ha concesso spazi ben sapendo che Pirlo e compagni sanno sfruttarli in maniera straodinaria. Hanno studiato con prudenza l'avversario e al momento giusto hanno colpito con freddezza prima grazie allo scatto bruciante di Lavezzi(che si è procurato un rigore, poi trasformato da Cavani) poi grazie ad un contropiede siglato Inler-Pandev-Hamsik. Li è comniciata un'altra partita perchè La Juve ha usato tutto l'orgoglio che possiede per rimontare, il napoli ha stretto i denti, ha sofferto e ha difeso fine alla fine il vantaggio anche grazie alla resa negli ultimi minuti della Juventus  a causa di una ingenua legerezza di Quagliarella (cascato nella trappola provocatoria di Aronica). L'arbitro Brighi fischia e inizia il delirio. Cannavaro alza la coppa e nemmeno il tempo di scendere verso gli spogliatoi che i tifosi presi dall'euforia hanno invaso il campo. Nel frattempo a Napoli alle ore 23 espolde la Piedigrotta: sirene delle navi nel porto, fuochi d'artificio, carovane di auto da ogni parte la canzone del "o surdato nnammurato" che si udiva dal maxi schermo come nella notte di Capodanno, come nella notte del primo e del secondo scudetto perchè tanti di quei tifosi non erano neanche nati all'epoca e questa era per loro la prima vera festa regalata dal loro Napoli. Una festa continuata fino alla mattina sotto gli occhi dei giocatori del Napoli che passavano per le vie della città sul pulman aperto sfoggiando la coppa. Quella coppa che ha permesso agli uomini di Mazzarri di entrare di diritto nella storia.
 


giovedì 10 maggio 2012

Ruggito Atletico : Falcao si riprende l'Europa

Da bianco azzurro a bianco rosso. Allo stadio National Arena di Bucarest, cambia la squadra vincente, ma non il suo dittatore: Radamel Falcao. Grazie al suo fenomeno l'Atletico Madrid batte i ragazzi del "Loco" Bielsa. Lo fa spegnendo l'entusiasmo tattico del coraggioso ma immaturo Athletic. Lo fa  facendo capire subito che per i baschi sarebbe stata una serata da incubo. L'Athletic Bilbao ha provato a far ciò che Marcelo Bielsa ha loro insegnato , tenere palla e giocarla, ma la pressione dell' Atletico non ha dato mai un attimo di respiro.  L'Atletico Madrid tiene in mano la partita senza correre troppi rischi: fa giocare l'avversario fino alla trequarti per poi rubare palla con Gabi e Mario Suarez, aiutati anche da un Diego a tutto campo, e ripartire. Un dominio che è cominciato al 7' del primo tempo con un capolavoro della sua punta di diamante, che evita l'intervento di Amorebieta e con un sinistro a giro infila all'incrocio dei pali. Prosegue al 34' ancora con Falcao. Mette a sedere due difensori e batte per la seconda volta Irairoz. Termina al 40.' Ci pensa l'ex Juve Diego a chiudere i conti con un diagonale di sinistro. E' anche la grande serata di Diego Simeone, che batte il 'maestro' Marcelo Bielsa e diventa il terzo a vincere Uefa/Europa League prima da giocatore e poi da allenatore dopo Zoff (Juve) e Stevens (Psv e Schalke 04). L'anno scorso Falcao aveva regalato,  nell'ultimo atto contro il Braga,  la coppa al Porto; ora è  toccato  all'Athletic Bilbao inchinarsi. Per il colombiano sono 35 gol stagionali: 23 nella Liga e 12 in Europa League (29 gol in 29 uscite). A Madrid è festa, Bilbao piange.













giovedì 3 maggio 2012

Delio Rossi : un pugno che significa molto

Nel giorno in cui si dovrebbe parlare della battuta d'arresto della Juventus a causa di una leggerezza di Buffon, con la conseguente e inevitabile riapertura della lotta scudetto. Nel giorno in cui si dovrebbe parlare, di quei minuti fatali che sono costati all'Inter la sconfitta con il Parma e l'allontanamento dal tanto ambito terzo posto, dello stop della Lazio con il Siena e della mini fuga tentata da Napoli e Udinese, che comunque favorirebbe gli azzurri c'è sempre qualcosa che mette tutto in secondo piano. Non c'è niente da fare. A ogni turno, il campionato italiano divisione Serie A deve offrire uno spettacolo osceno e inedito. Dopo le vergognose scene di Marassi dove tutti gli amanti  del calcio sono stati costretti a vedere una squadra, il Genoa, prigioniero dei propri tifosi , denudato della propria casacca onorata e indossata per tanti anni, e dopo l'incredibile indecisione di un arbitro a Udine, che non sa se assegnare o no una rete scatenando una rissa di 10 minuti alla quale prendono parte non solo i calciatori  ma anche alcuni dirigenti non autorizzati a stare in campo (vedi Tare), ecco la scena che non ti aspetti : un allenatore che mette le mani addosso a un suo giocatore.


Incredibile che l'allenatore in questione sia  Delio Rossi, uno che ha sempre fatto dei toni bassi e della saggezza parti importante della sua immagine e del suo pensiero.
A prenderle Adam Ljaijc, 20 anni colpevole, di un plateale applauso ironico al momento della sostituzione dopo appena 32' minuti di gioco, e di qualche parola allegata non troppo educata . La voce che si sta spargendo in queste ultime ore è quella che ipotizza tale affermazione del giocatore serbo : "sei più handicappato di tuo figlio". Parole che avrebbero scatenato l'ira di qualsiasi padre di famiglia e genitore di un ragazzo portatore di handicap.
Certo non un motivo che giustifica la reazione sproporzionata del tecnico viola ma che almeno in parte lo assolve. Sta di fatto che Delio Rossi ha pagato duramente questo suo gesto con l'immediato esonero da parte della società e una squalifica di tre mesi. Un gesto che verrà ricordato a lungo non tanto per la sua follia ma per il significato metaforico di quel pugno. Un pugno che rappresenta quello schiaffo morale che meritano tutti questi giovani atleti, che troppo facilmente si montano la testa, navigano nel vizio e nell'arroganza generata dai forse troppi soldi che ricevono e che li porta ad innalzarsi su un gradino di troppo, mancando di  rispetto a chi a più esperienza e anni  di loro. Un messaggio importante. Bisogna porre freno a questi giovani e a chiunque non abbia rispetto dell'autorità rappresentata dalla figura della allenatore e spesso anche degli arbitri , che ritornino con i piedi ben piantati per terra e che smettano di vivere nel loro mondo di arroganza e presunzione.