Così giovani ma già cosi leader. Uno attaccante l’altro
portiere, Andrea Belotti e Gianluigi Donnarumma stanno pian piano diventando i
simboli del presente e dell’imminente futuro del calcio italiano, del nuovo che
avanza. La dimostrazione che non è vero che l'Italia non produce più giocatori,
anzi è vero il contrario. Se Donnarumma, seppur non ancora 18enne, sembra esser destinato a diventare l’erede designato di Buffon, dando seguito
alla tradizione dei portieri, è ragionevole pensare che la doppia R- Rugani &
Romagnoli - raccoglierà l’eredità della
BBC proteggendolo almeno per il prossimo decennio. Come se non
bastasse l’abbondanza in mezzo al campo induce a pensare che l’Italia sia il
paese dei centrocampisti: dallo già
affermato Verratti, passando per il trio Cataldi-Baselli-Benassi, fino ad
arrivare al duo ancora acerbo ma comunque in proiezione nazionale Locatelli-Pellegrini.
L’attacco invece è affidato alla combinazione della creatività garantita dall’estro
di Federico Bernardeschi, Domenico Berardi e Lorenzo Insigne unita all’esplosività
assicurata da due dei rari veri
attaccanti centrali degli ultimi anni: il “Gallo” Belotti e Ciro Immobile, che
con i loro gol stanno alimentando il sogno Europa di Torino e Lazio. Proprio il
“Gallo”, paragonato a Gianluca Vialli per prestanza fisica e doti tecniche, ha
visto il 2016 come l’anno della sua consacrazione. Ragazzi che nel loro piccolo,
per ora, stanno facendo sognare i tifosi dei rispettivi club di cui indossano
la maglia, ma che da qui al prossimo mondiale in Russia, potrebbero unire un
paese intero a gridare ancora una volta il
nome dei loro beniamini che diventano campioni.