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sabato 6 settembre 2014

Una nuova Italia

Sono passati pochi mesi dal crollo mondiale azzurro in Brasile. Un crollo che aveva portato alle dovute polemiche sulle convocazioni, una su tutte quella di Giuseppe Rossi, e che aveva raggiunto il suo apice con le conseguenti dimissioni del commissario tecnico in carica, Prandelli, e del presidente della FIGC, Giancarlo Abete. Ora a Coverciano si respira un'aria diversa, nuova, nel senso positivo del termine. Il nuovo "condottiero" azzurro è Antonio Conte. Un vincente nato, con la voglia di dimostrare a tutti che l'Italia vista al mondiale è solo la brutta copia di quella vera e che nonostante ci siano state voci in merito non si lascia condizionare sulla scelta delle convocazioni.

DALLE PAROLE AI FATTI 

"Io preferisco il grande uomo al grande talento". Furono le sue prime parole da nuovo commissario tecnico. Detto fatto: Balotelli escluso dalle prime convocazioni e largo ai giovani. I fatti gli hanno dato subito ragione. Contro l'Olanda a Bari si è vista un'Italia cattiva, aggressiva, combattente. Un'Italia che non ha concesso nessuna vera e propria occasione agli avversari e che ha rischiato più volte di arrotondare ancor di più il punteggio a proprio favore.

LARGO AI GIOVANI

Lasciato a casa Balotelli si è avuta occasione per rivedere in nazionale Destro, El Shaarawy, Osvaldo(poi sostituito da Quagliarella per infortunio) e Giovinco, con la novità di Simone Zaza (convocato solo per due stage da Prandelli), con il solo Ciro Immobile reduce dell’attacco mondiale. A centrocampo spazio per Giaccherini (protagonista alla Confederations ed escluso al Mondiale) e rispetto al Brasile da segnalare anche le novità di Poli e Florenzi, mentre in difesa, confermato Paletta, rientrano sia Astori che Ranocchia. In porta oltre ai soliti Buffon, Perin e Sirigu, ecco anche la novità Padelli.

DEL DOMANI NON C'E' CERTEZZA

"Non è detto che chi ci sia oggi ci sia domani e chi non c'è oggi non ci sia domani" disse Conte in merito alle convocazioni per queste prime uscite. Dimostrazione del fatto che il posto in nazionale non è solo collegato al codice etico di Prandelli ma che la maglia va conquistata sul campo e una volta ottenuta si  deve sudare il doppio per tenersela stretta altrimenti si viene rimpiazzati. Questo è un messaggio che vale per tutti nessuna eccezione.

Certo siamo ancora al principio ma se queste sono le premesse ci sarà da divertirsi.